Cosa resterà di questi anni ‘20

3 Ago 2022 | Notizie

Quali attività, introdotte a causa del Covid-19, sono qui per restare?

In collaborazione con logo Nidas

 

Nell’ultimo periodo, mi trovo spesso a riflettere sui cambiamenti che la pandemia ci ha imposto e a fare considerazioni su quali rimarranno solo nei nostri ricordi, e quali invece sono destinate ad accompagnare il nostro lavoro nei prossimi anni.

Alcuni di questi cambiamenti sono stati accolti con favore e metabolizzati da tempo, rivelandosi degli acceleratori di innovazione, modernità, efficienza e praticità.

Penso alla mia prima videochiamata. Risale a circa due anni fa, nonostante smartphone, PC e tablet fossero da anni dotati di fotocamera. E anche se le connettività erano ultra-performanti da tempo, è servito un evento straordinario per farci prendere in considerazione l’utilizzo delle video call come strumento di contatto con il cliente. Possiamo dire quindi che la pandemia è stata anche propedeutica sotto certi aspetti della vita lavorativa. Tool come Teamviewer o Anydesk per l’accesso da remoto, calendari condivisi, spazi cloud per la collaborazione con colleghi e clienti sono da anni a portata di mano, ma si sono rivelati imprescindibili soltanto da questo evento.

Ogni business poi ha avuto delle rivelazioni digitali sulla base delle loro attività di routine. Per esempio, nel mio mondo – quello del revenue management alberghiero – l’introduzione del check-in online ha permesso di ridurre i punti di contatto, velocizzare le operazioni al ricevimento e migliorare l’esperienza dell’ospite non più costretto a lunghe code per la registrazione all’arrivo. Per fare ciò, gli albergatori hanno dovuto prendere dimestichezza con l’automation marketing. Infatti, grazie una mail cosiddetta di pre-stay, inviata automaticamente dal sistema con un certo anticipo rispetto alla data di arrivo, l’ospite veniva invitato a fornire tutti i documenti necessari al check-in tramite una procedura guidata. Un altro esempio potrebbe essere la digitalizzazione dei menu attraverso la scansione di QR Code che, oltre a essere una buona norma contro la propagazione del contagio, permette un risparmio economico sulle stampe e una tempestiva possibilità di modifica dei contenuti.

Per gli hotel poi, a seguito della pandemia, il servizio di pulizia ha acquisito ancora più valore. Se nel dicembre 2019 avessi detto ai miei clienti che gli addetti alle pulizie sarebbero diventati presto le persone più importanti nelle attività alberghiere, e che il rating delle strutture sarebbe stato fortemente condizionato dalle valutazioni degli ospiti in merito al servizio di pulizia, non sono sicuro che mi avrebbero creduto. Oggi invece i protocolli di pulizia sono il marchio di qualità di un hotel: qualsiasi piattaforma di prenotazione offre ampio spazio alle informazioni che riguardano le procedure di sanificazione, è aumentata l’attenzione da parte del personale addetto all’house-keeping e l’esperienza per l’ospite è notevolmente migliorata.

Sono sicuro che anche voi vi siate già trovati diverse volte a riflettere sulle diverse ripercussioni che questi due anni di Covid hanno avuto sul vostro ambito lavorativo.

Noi di Nice To abbiamo tirato le somme e constatato che questi sono stati anni di rivoluzione e di riorganizzazione, oltre che un severo stress test da superare. Questi i punti salienti della nostra storia recente.

1. Fase di reazione

Ad aprile 2020, seduti su 0 € di fatturato, con le strutture chiuse e senza certezze riguardo all’immediato futuro, abbiamo dato il via a un nuovo inizio. La primissima fase ha riguardato la rinegoziazione degli accordi commerciali con i clienti; ci siamo poi dedicati all’elaborazione di un nuovo piano marketing a supporto degli albergatori. Questo prevedeva l’introduzione di tariffe con assicurazioni di viaggio, la promozione di tariffe prepagate e il riposizionamento nel planner delle prenotazioni cancellate. Queste iniziative ci hanno consentito di rafforzare i rapporti con i nostri clienti, mostrare proattività e trasmettere serenità.

Prese le misure a questa nuova condizione, ci siamo dedicati alla riorganizzazione interna e alla nostra comunicazione.

2. Fase di costruzione

È il 2021, il nostro nuovo anno zero. È infatti in pieno Covid che viene battezzato il nuovo marchio Nice To: prende corpo la nuova veste grafica, vengono lanciati i nuovi strumenti di comunicazione, introdotte nuove strategie di acquisizione cliente e raffinate le capacità commerciali. A fine 2021 abbiamo tutti iniziato a respirare un’aria nuova e il nostro bilancio chiude con +56% alla voce ricavi rispetto al pre-Covid.

3. Fase di riorganizzazione

Ultima, ma non meno importante, è stata la piena adesione a piattaforme cloud, in grado di garantirci maggiore comodità logistica per il lavoro in smart-working, risparmio economico, protezione e sicurezza dei dati.

 

Il bilancio tra cambiamenti rimasti nei ricordi e invece implementati nelle attività aziendali è sicuramente positivo. Cosa ci aspetta nel 2022? Il nostro obiettivo è di dare continuità al trend di crescita che ci accompagna da 18 mesi a questa parte. Continueremo a sperimentare, innovare e investire nel futuro.

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